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“Con gli anticorpi monoclonali possibile guarire dal Covid-19 in 48 ore”
Intervista al Prof. Rino Rappuoli, direttore del Mad Lab, a poche settimane dall'inizio della sperimentazione sugli uomini della ricerca sostenuta da Coop. Dona anche tu!
Se tutti aspettano con trepidazione l’approvazione da parte dell’Ema (l’Agenzia europea per il farmaco) per la diffusione del vaccino anti-Covid in Europa, pochi sanno che prima che la protezione dal virus si attivi servono almeno 45 giorni e due iniezioni. Nel frattempo continueremo ad ammalarci, per questo motivo la grande attesa dovrebbe rivolgersi altrove. Dove? Agli anticorpi monoclonali, che oltre a proteggerci dalla malattia – un po’ come il vaccino, ma per un tempo ridotto -, ci guariranno se contagiati. Parola di Rino Rappuoli, direttore del laboratorio di Toscana Life Sciences a Siena che ha scoperto l’anticorpo monoclonale più potente contro il Covid.
Sono davvero efficaci gli anticorpi monoclonali?
Sì e l’abbiamo visto nel caso di Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti, cui sono stati somministrati prima dell’approvazione dell’agenzia americana del farmaco, la Food and Drugs Administration, utilizzando la possibilità offerta dalla norma sulle cure compassionevoli.
Effettivamente è tornato come ”nuovo”. Ma quanto ci mettono a funzionare gli anticorpi da voi studiati?
Nei modelli animali che usiamo, con una fiala, nel giro di 2-3 giorni il virus scompare. Ritornando a Trump abbiamo visto che si è rimesso in brevissimo tempo.
Aziende statunitensi sono in una fase più avanzata nella produzione degli anticorpi, però questo non sembra disturbarvi. Come mai?
Ci sarà bisogno di tantissime dosi nel mondo e non c’è rischio di farsi concorrenza. Il fatto di produrre gli anticorpi in Italia sarà un vantaggio per il nostro Paese, che non dovrà dipendere dall’estero. L’anticorpo da noi sviluppato, inoltre, è molto più potente, ne serviranno quindi minori quantità. Questo permetterà di curare più persone.
Quando comincerà la sperimentazione sugli uomini?
Partiremo tra qualche settimana, arruolando qualche centinaio di persone positive, ma non in ospedale perché prima si somministra la terapia, meglio è.
Dove sarà svolta?
Lo Spallanzani di Roma coordinerà alcuni centri di infettivologia di eccellenza di altri ospedali, come le Scotte di Siena.
Quando partirà la somministrazione ai pazienti?
Pensiamo di cominciare entro marzo, per poi procedere nei mesi successivi alla diffusione su larga scala.
Gli anticorpi monoclonali sono farmaci molto costosi, sarà una spesa enorme per il Sistema sanitario nazionale…
La produzione costa tanto e per il Covid c’è bisogno di una quantità enorme di dosi perché tantissimi sono i contagiati. Ma, come abbiamo detto, il nostro anticorpo è molto potente, quindi serviranno piccole quantità per ciascun paziente. Questo permetterà di ammortizzare la spesa.
Con gli anticorpi disponibili sarà ugualmente necessario vaccinarsi?
Le due cose non sono alternative, ma complementari. Gli anticorpi funzionano sia come cura per chi è contagiato, sia come prevenzione per le persone sane. L’effetto è immediato, ma dura per un tempo limitato di circa sei mesi. Lo scudo protettivo del vaccino, invece, persiste per anni, però bisogna aspettare 45-60 giorni dalla prima dose, perché sia efficace. Insomma, servono entrambi.
Intervista a cura della redazione dell'Informatore di Unicoop Firenze
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