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Come riconoscere il comfort food
È buono, o almeno ci piace, lo cerchiamo soprattutto quando il morale è basso, ma non sappiamo dire esattamente cos’è
Dolci come la cioccolata, i biscotti o anche una fetta di torta sono dei comfort food riconosciuti, così come le patatine fritte e, perché no, una bella lasagna o una parmigiana di melanzane. Sono buoni, però non è solo questo: si parla di comfort food quando c’è un legame emotivo con un cibo particolare, e una sensazione di benessere per lo spirito nel mangiarlo. Qualsiasi cibo può essere comfort food: ognuno ha il suo, e forse l’unica certezza è che, come in amore, anche in cucina al cuor non si comanda.
Che cosa sia esattamente, però, è difficile da spiegare. Non è il piatto preferito, però un po’ sì. È qualcosa che evoca dei ricordi, ma potrebbe anche non esserlo. Insomma, il comfort food se lo mangi sai bene che cos’è, ma è un po’ ambiguo da spiegare. Così abbiamo intervistato alcuni soci Coop incontrati al bar di Buona pausa, per capire, con il loro aiuto, da cosa si riconosce il comfort food.
1. A volte ce l’hai sotto il naso e non te ne accorgi
Wilma e Oreste, che sorseggiavano una tazza di tè al limone e mangiavano una brioche, guardando il bancone del bar hanno detto che, se potessero, mangerebbero tutto, dalla prima all’ultima pasta. Però alla loro età devono stare attenti, e così, quando vogliono qualcosa di buono, al massimo mangiano uno yogurt. Lo yogurt è buono, leggero e disponibile in mille gusti. È il comfort food perfetto per chi non può concedersi troppe eccezioni. E quel tè con le brioche, allora? Avevano appena fatto un prelievo di sangue, raccontano, dovevano rimettersi: quella era un’eccezione. E se è un’eccezione, molto probabilmente è un comfort food.
2. Se lo ami, lo conosci bene
Leonardo, come quasi tutti quelli a cui lo abbiamo chiesto, all’inizio non pensava di avere un legame emotivo con il cibo, perciò non sapeva bene cosa rispondere. Ha passato mentalmente in rassegna tutte le cose che potessero suscitare in lui qualcosa in più della semplice golosità, e alla fine ne ha trovata una: la zuppa inglese. Cos’ha di speciale, per Leonardo, non è niente di sentimentale: è riuscito però a dirci perché gli piace strato per strato, descrivendone, di ognuno, le proprietà organolettiche. Se dimostri di conoscere nei minimi particolari il tuo dolce preferito, forse è il tuo comfort food.
3. Il piacere e la gratificazione sono importanti
Con Samantha e Leda le cose sono andate così: all’inizio si sono rifiutate di farsi intervistare, perché stavano bevendo il caffè e mangiando una brioche, e all’idea di essere disturbate mentre mangiavano si sono opposte con un no categorico. Il gusto è infatti strettamente legato al piacere, e non tutti amano essere interrotti sul più bello. La loro è una reazione comprensibile, e perfettamente in linea con le risposte che ci hanno dato poi, quando si sono lasciate intervistare. Il comfort food di Samantha sono i datteri, perché fanno bene, sono alcalinizzanti, e soprattutto mangiarli per lei è un piacere immenso. Leda invece ha un debole per il gelato. Tra i cibi-coccola, il gelato è quello che più di tutti, fin dall’infanzia, è legato alla gratificazione: chi non ha mai ricevuto un gelato premio quando era bambino? Il comfort food, qualunque esso sia, è quello che mangi perché un po’ te lo meriti, e che ti godi senza scocciatori attorno.
4. Molto probabilmente è legato all’infanzia
Antonio non è un tipo da comfort food. Ci ha detto che la spesa della sua famiglia è sempre la stessa da anni: la Coop potrebbe tranquillamente fargli trovare ogni settimana un pacco già pronto, perché nella loro dispensa ci sono sempre le stesse cose. E tra queste non ci sono comfort food. Sembrava abbastanza sicuro di questa affermazione, poi però ci ha pensato meglio e, abbassando la voce come se stesse confidando un segreto, ha confessato: il suo piatto del cuore è pasta e lenticchie. È un piatto legato all’infanzia, ricorda ancora come lo faceva la sua zia di Salerno, con le polpettine. Mentre lo racconta, il suo sguardo sembra perdersi tra i ricordi, come in una madeleine de Proust. Se è una cosa che mangiavi anche da bambino, ci sono buone possibilità che sia un comfort food.
5. Lo mangi per rivivere un momento felice
Daniela non ha solo detto qual è il suo comfort food, ha risposto direttamente con un ricordo: piadina con lardo mangiata con il nonno. Quando era bambina e andava dai nonni in Romagna, la loro cena abituale era una piadina su cui il nonno tagliava dei pezzi di lardo da scaldare sul fuoco. A casa Daniela non la fa mai, perché le piadine non le vengono molto bene, però se capita in un posto in cui ci sono piadine e c’è anche del lardo, ne prende una, e ogni volta che la mangia ricorda quelle cene con suo nonno in Romagna. A volte mangiare un comfort food, oltre a essere un momento felice, ne rievoca altri.
6. Se ti piace, ti piace anche cucinarlo
Infine, ci sono quelli come Axel. Lo abbiamo trovato con una bella pasta ripiena di crema al mascarpone tra le dita, e ci ha raccontato che cucina fin da quando era bambino. Per lui il comfort food non è una ricetta in particolare: quando vuole ritagliarsi un po’ di tempo da dedicare a se stesso, si lancia nella preparazione di qualche piatto speciale. Scegliere la pasta giusta, regalarsi un ingrediente mai assaggiato, sperimentare accostamenti insoliti: è in questo che Axel trova maggior piacere. L’ultima volta ha cucinato un bel piatto di garganelli con le canocchie, ma quello di cui va più orgoglioso è il babà gigante che ha fatto perché in pasticceria trovava solo quelli mignon. La differenza tra cucinare e cucinare un comfort food è il comfort food stesso. Quando poi non ha tempo di cucinare ma ha voglia di qualcosa di buono, Axel entra in un bar e prende un dolce. Non ci sono dolci che non gli piacciano, però i suoi preferiti sono quelli con la crema al mascarpone, ha detto leccandosi le dita.