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- Stele funeraria da Quadri
Stele funeraria (fine I sec a.C.)
Una stele a pseudoedicola, ritrovata vicino a Quadri, che raffigura la defunta in posizione frontale
REGIONE
Abruzzo
SI E' VOTATO
DAL 1 AL 30 GIUGNO
L'opera e il suo restauro
Grazie al tuo contributo questa opera d’arte è stata restaurata
Le fasi del restauro in sintesi
- Indagini preliminari petrografiche
- Pulitura
- Stuccature e riempimenti
- Integrazione estetica
- Consolidamento
- Applicazione del protettivo
Stato di avanzamento dei lavori
24/02/2021
Le ultime novità
Il video. Ecco il video del restauro, presentato anche nella conferenza stampa di lancio di Opera tua 2021 tenutasi il 13 aprile e che ha visto intervenire Mario Cifiello, presidente di Coop Alleanza 3.0, Enrico Quarello, direttore Politiche sociali e relazioni territoriali della Cooperativa, oltre a Enrico Bressan, presidente di Fondaco, partner dell'iniziativa. Nel corso dell’appuntamento anche i contributi di Isabella Brega, caporedattore centrale riviste e siti Touring Club Italiano e Carlo Francini, coordinatore scientifico Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale.
Restauro terminato! Ecco le immagini finali della stele tornata al suo splendore originario.
Le stuccature. Ecco le immagini delle stuccature, prima e dopo, e del trattamento anti ruggine.
Acqua e aria. Ecco le immagini della pulitura ad acqua ed aria.
La pulitura. Ecco le immagini della pulitura con gli impacchi con carbonato, prima e dopo.
Restauro in partenza. Ecco le immagini delle prime operazioni di pulizia e degli impacchi. La restauratrice incaricata del lavoro è la D.ssa Federica Marini Recchia di Roma.
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Dettagli opera
Storia dell'opera
La stele funeraria in pietra calcarea, già nota nel XIX secolo, fu riscoperta nel 1936 “lungo il sentiero che mena a Quadri, a breve distanza dalla chiesa di S. Maria dello Spineto”. La chiesa, risalente al IX-X sec. a.C., era costruita sul podio di un tempio italico di II-I sec. a.C. nei pressi dell’antica Trebula, uno dei centri sannitici ascritto alla popolazione dei Pentri. La parte alta della stele è costituita da un timpano triangolare decorato con acroteri a palmetta al centro e a semipalmetta agli angoli; un solco separa il timpano dalla cornice che racchiude la nicchia sottostante. Le facce laterali e posteriori sono appena sbozzate. All’interno della nicchia, con pareti strombate, è raffigurata la defunta in posizione frontale fino all’altezza dei fianchi. La donna indossa un chitone e un mantello (himation) che avvolge anche il capo e ricade in due drappeggi, rispettivamente dalla mano destra e dalla mano sinistra, che ne trattiene un lembo. La mano destra è aperta e portata alla spalla, mentre la sinistra, sull’addome, è leggermente più grande e mostra le prime tre dita distese, le ultime due ripiegate. L’adozione della stele ad edicola di tipo ellenistico rientra nel clima di recupero classicista in chiave italica che interessa anche i monumenti funerari in età tardorepubblicana. Nonostante l’aspetto consunto delle superfici e la perdita quasi totale di dettagli apprezzabili, la capigliatura della donna ricorda quella di Ottavia, madre di Augusto, ciò che consente di datare la stele alla fine del I sec. a.C. Il tipo di monumento funerario rientra in una produzione che conosce confronti in ambito italico centro-meridionale tra II e I sec. a.C. e che include il Sannio, l’Irpinia, la Campania e la Lucania. La stele è corredata da un’iscrizione che ricorda il monumento come opera realizzata su commissione di due liberti, Lucio e Gaio Ofinio per la loro patrona, Ofinia Arista.
Le caratteristiche del restauro in sintesi
Dopo un'analisi dello stato di salute della pietra calcarea e una generale ripulitura, si procederà con stuccature e riempimenti per arginare l'aspetto consunto delle superfici. Alla fine del procedimento applicheremo un protettivo alla stele per permettere una sua conservazione nel tempo.