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Riccioni: «Ieri e oggi, la cooperazione difende le persone»
La prima di 5 interviste ai membri della Commissione etica di Coop Alleanza 3.0, per raccontarci il loro lavoro e le sue finalità
Coop Alleanza 3.0 e le società del Gruppo orientano le proprie scelte strategiche sulla centralità della persona, finalizzando l’attività dell’impresa alla creazione di valore aggiunto per i soci, per le comunità in cui operano e per le generazioni future, perseguendo e svolgendo le proprie attività avendo cura di garantirne la sostenibilità nel tempo, intesa come responsabilità economica, sociale ed ambientale.
L'ispirazione proviente dai valori fondanti della cooperazione dettati dai “Probi pionieri di Rochdale” che, nell’Inghilterra del 1844, diedero vita alla prima cooperativa di consumatori. Libertà, democrazia, giustizia sociale e solidarietà, sono i valori di riferimento della cooperativa. Su di essi si fonda l’integrazione tra dimensione etico-sociale ed imprenditoriale, e la mutualità interna verso i soci ed esterna, nei confronti delle comunità locali, sono l’espressione di questi valori.
Il Codice etico
Il Codice etico è uno degli strumenti della responsabilità sociale di Coop Alleanza 3.0 e specifica le attribuzione e gli obblighi dei differenti attori interni (a partire da amministratori e management) nei confronti di specifici interlocutori, quali i soci, i dipendenti, i fornitori e tutti i portatori di interesse. Secondo questa accezione, il Codice etico è un riferimento fondamentale del sistema previsto dal D.Lgs. n. 231/2001, che all’art.3 menziona il Codice etico stesso come parte del Modello di Organizzazione e Gestione. il Codice etico rappresenta, per Coop Alleanza 3.0, quindi, lo strumento di autoregolamentazione in grado di orientare i processi decisionali e i comportamenti coerentemente con i princìpi cooperativi.
La Commissione etica
Non esiste cooperazione senza il rispetto e la pratica dei valori citati, che perciò devono essere mantenuti vivi, adeguati ai mutamenti della società e salvaguardati nelle loro finalità. È questo un compito fondamentale della Commissione etica di Coop Alleanza 3.0, che conosceremo in una serie di interviste dedicate ai suoi cinque componenti.
Giorgio Riccioni, responsabile etico di Coop Alleanza 3.0
Giorgio Riccioni, 86 anni, attuale responsabile etico di Coop Alleanza 3.0, è uno dei padri della Cooperazione italiana. Ne ha attraversato le fasi più significative sempre impegnato in ruoli decisionali, tra cui la presidenza di ANCC (Associazione nazionale delle cooperative di consumatori), nel momento di massima espansione del sistema cooperativo. L’attuale Codice etico di Coop Alleanza 3.0 è il risultato anche del suo lavoro.
Come nasce l’etica cooperativa?
La solidarietà fra le persone fa parte della storia dell'umanità fin dalle sue origini. Essa diventa impresa cooperativa, con regole, principi e valori codificati, a metà dell'Ottocento, in parallelo con il decollo della rivoluzione industriale. Protagonisti furono 28 operai e tecnici del settore tessile di una piccola cittadina inglese (chiamati poi Probi Pionieri di Rochdale). Dieci anni più tardi nacque a Torino la prima cooperativa di consumo italiana. Furono queste le prime esperienze di organizzazione della domanda, per creare un'alternativa alle forme di commercio incapaci di offrire prodotti di qualità e al giusto prezzo. L'etica cooperativa è il risultato di quei principi e di quei valori che sono ancora di assoluta attualità. L’eredità dei Probi Pionieri, sintetizzata in sette principi, è stata inserita nella Dichiarazione di Identità Cooperativa promossa nel 1995 dall'Alleanza cooperativa internazionale e approvata dalle cooperative di tutto il mondo in rappresentanza di oltre 800 milioni di soci. Il Codice etico di Alleanza 3.0 nasce da quei principi e da quei valori, e perciò si differenzia profondamente rispetto ai codici delle imprese di capitale.
Quali sono le differenze più rilevanti?
Innanzitutto la specificità cooperativa. La cooperativa è un'associazione autonoma di persone che si uniscono volontariamente per soddisfare un bisogno. Si fonda sul principio di mutualità, come rapporto solidaristico fra i soci e l’impresa che ne deriva, ed è lo strumento per realizzare gli obiettivi deliberati dai soci stessi. Gli altri principi sono che ogni persona ha la possibilità per essere socio della cooperativa (principio della porta aperta); la democrazia d’impresa (una testa, un voto); la persona come riferimento, anziché il profitto; l’intergenerazionalità, ovvero gli utili di gestione non distribuiti ma destinati a riserva indivisibile: in altre parole, il patrimonio accumulato si trasferisce alle future generazioni.
Per tali ragioni la nostra Costituzione, all’articolo 45, riconosce la funzione sociale della cooperazione. Su queste profonde differenze si fonda il nostro Codice etico che, infatti, non si limita a regolare i comportamenti delle persone e degli organismi della cooperativa, ma ricopre anche un ruolo proattivo, essendo stato concepito come strumento volto non a sanzionare, ma a indurre, indirizzare e proporre. È questo uno dei fondamentali campi di attività della Commissione etica.
Come possono essere interpretati oggi questi principi?
Oggi sono profondamente cambiate la natura e la criticità del bisogni materiali e di quelli immateriali. Fermi restando i principi identitari, vanno attualizzati i concetti e i contenuti della mutualità cooperativa. A fronte della globalizzazione del mercato – che ha contribuito a rafforzare il dominio dell’offerta sulla domanda, lasciando il consumatore sempre più solo e facilmente influenzabile in ogni sua scelta – la cooperazione può essere un fattore importante nell’insidiare questo dominio e cambiare il mercato. Giova ricordare che la cooperazione è nata per organizzare la domanda e non solo per gestire parte dell’offerta.
Nel corso del suo mandato la Commissione etica di Alleanza 3.0 ha delineato diversi settori su cui intervenire per innovare e rafforzare la mutualità e l’identità cooperativa. Fra questi, ha proposto la creazione di un'associazione nazionale dei soci cooperatori in cui far convergere gli oltre 7 milioni di soci delle cooperative del sistema Coop, con l’obiettivo di risvegliare ed esaltare l’anima consumerista da sempre patrimonio dei cooperatori.
Una forma originale di partecipazione che in passato ha contribuito, seppure su specifici problemi, a modificare il mercato e a ottenere apposite leggi per la difesa del consumatore e dell’ambiente