Olio extravergine, balsamo per la salute

Una intervista ai team di ricerca di Fondazione Italiana Fegato e Nefros per saperne di più

Comunità Salute e benessere 20 novembre 2024

Una campagna innovativa, per sensibilizzare sull’importanza dell’olio extravergine di oliva (detto EVO) nella prevenzione delle malattie epatiche e nefrologiche: è l’iniziativa promossa da Coop Alleanza 3.0 e sostenuta da quattro tra le principali aziende olearie italiane: Costa d’Oro, Monini, Olitalia e Pietro Coricelli . Il loro contributo ha permesso di creare un fondo specifico per finanziare la ricerca scientifica sui benefici dell’olio extravergine di oliva, portata avanti da due centri di ricerca d’eccellenza: Nefros-Ambiente APS Fondazione Italiana Fegato Onlus (FIF).



L’importanza del sostegno alla ricerca da parte delle imprese private è sottolineata e ben sintetizzata dal professor Claudio Tiribelli, direttore scientifico della FIF:

Le aziende ricoprono un ruolo insostituibile nel finanziamento alla ricerca scientifica: dal lavoro dei ricercatori al supporto nelle attività di divulgazione, e alla realizzazione di iniziative mirate a valorizzare il ruolo della prevenzione. Il contributo offerto da Coop Alleanza 3.0 e dai fornitori coinvolti nel progetto è quindi per noi essenziale, così come il comunicare passo dopo passo i risultati che vengono ottenuti e realizzare eventi sul territorio che promuovano il tema della salute e possano orientare verso scelte di consumo consapevoli.

I progetti di ricerca attivati mirano a trovare conferma del ruolo dell’olio EVO come alimento essenziale per la salute: per saperne di più, abbiamo intervistato i team di ricerca attivamente impegnati sul tema.



Una delle patologie nell’occhio del mirino è la steatosi epatica, più diffusa di quanto si potrebbe pensare e sulla quale si concentra la ricerca di Fondazione Italiana Fegato legata ai benefici dell'olio EVO. Di cosa si tratta, e in cosa potrebbe fare la differenza l’olio extravergine di oliva? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Natalia Rosso, group leader della Unità di Malattie Epatiche Metaboliche (MASLD) della Fondazione Italiana Fegato di Trieste.

La steatosi epatica è caratterizzata da un accumulo anomalo di grasso nel fegato ed è il primo stadio della MASLD (Malattia Epato-Metabolica Associata a Steatosi, in inglese "Metabolic Associated Steatotic Liver Disease"), precedentemente nota come NAFLD (Non-Alcoholic Fatty Liver Disease). La MASLD si sviluppa quando il fegato accumula grasso in assenza di un consumo significativo di alcol, in concomitanza con condizioni metaboliche come obesità, diabete di tipo 2, dislipidemia (alterazioni dei livelli di lipidi nel sangue) o sindrome metabolica.
Si tratta di una delle principali cause di malattie epatiche croniche a livello globale e, se non trattata, può progredire verso forme più gravi, come la steatoepatite (infiammazione del fegato con danno cellulare), la fibrosi, la cirrosi e il cancro al fegato.
L'approccio terapeutico per la MASLD si basa principalmente su modifiche dello stile di vita, incluse una dieta equilibrata, e l'esercizio fisico. Tuttavia, la maggior parte delle persone con questa patologia resistono a tali cambiamenti. L'olio EVO, ricco di acidi grassi monoinsaturi e composti fenolici, ha mostrato potenziali benefici sulla salute del fegato. Questo studio si propone di esplorare in vitro gli effetti dell'EVO su cellule epatiche per comprendere meglio i meccanismi molecolari alla base dei suoi effetti benefici.

Ma come si sta svolgendo la ricerca in atto?

Abbiamo avviato la ricerca utilizzando un modello sperimentale di MASLD in vitro, sviluppato dal nostro gruppo di ricerca. Questo modello utilizza cellule epatiche umane esposte a una miscela di acidi grassi simile a quella tipica di una dieta ad alto contenuto di grassi. Abbiamo osservato che queste cellule accumulano grassi nel citoplasma, innescando una risposta infiammatoria, stress ossidativo, il rilascio di mediatori coinvolti nel processo di fibrosi e morte cellulare, replicando quanto accade nelle condizioni umane.
Questo modello offre diversi vantaggi: permette di osservare un accumulo di grassi già entro 24 ore e gli eventi correlati alla steatosi alle 48 e le 96 ore. Rispetto ad altri modelli, l’approccio in vitro è meno costoso, più etico e altamente riproducibile grazie alle condizioni controllate. Attraverso questo modello, ci proponiamo di valutare l’effetto dei diversi composti dell’olio EVO sulle varie fasi della malattia.
Tra i composti selezionati per le loro proprietà scientificamente comprovate ci sono l’oleocantale, l’oleuropeina e l’idrossitirosolo. Il nostro approccio terapeutico prevede l’esposizione delle cellule agli acidi grassi con e senza i composti dell’olio EVO, ricreando una situazione in cui la dieta non viene alterata, ma in cui l’aggiunta di olio EVO possa portare benefici. Analizzeremo se questa aggiunta riduca l’accumulo di lipidi intracellulari, lo stress ossidativo, l’infiammazione e la morte cellulare. Considerando che la concentrazione di questi composti varia in base a fattori come maturità dell’oliva, tipo di cultivar, e "età" dell'olio EVO, speriamo di fornire indicazioni precise sulla concentrazione ottimale di ciascun composto, per definire una quantità ideale di olio EVO da consumare a fini terapeutici.

Quali sono le evidenze emergenti sui benefici dell’olio EVO per prevenire e gestire questa patologia?

L’olio extravergine d’oliva è uno dei pilastri della dieta mediterranea, rinomato per le sue molteplici proprietà salutari. Sebbene il suo effetto protettivo sul fegato sia stato ampiamente dimostrato, il ruolo specifico dell’EVO nella gestione della steatosi epatica associata a disordini metabolici (MASLD) non è ancora del tutto chiaro, nonostante i numerosi studi con risultati promettenti.
Le ricerche attuali indicano che l’olio EVO può offrire un valido supporto nella gestione della MASLD grazie ai suoi composti bioattivi. Alcuni componenti dell’olio EVO, come l’oleocantale, l’oleuropeina e l’idrossitirosolo, hanno dimostrato di possedere proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e anti-fibrotiche che contrastano i processi cellulari alla base della progressione della MASLD. Ad esempio, l’oleocantale agisce in modo simile all’ibuprofene, inibendo le vie infiammatorie coinvolte nella MASLD. Parallelamente, l’idrossitirosolo e altri polifenoli presenti nell’olio EVO si sono dimostrati potenti antiossidanti, contrastando lo stress ossidativo, uno dei principali meccanismi di danno epatico nella MASLD, prevenendo così la progressione verso stadi più gravi della malattia, come la fibrosi epatica. In aggiunta, alcune evidenze indicano che l’olio EVO potrebbe rallentare il processo di fibrosi epatica stessa: l’oleuropeina, per esempio, sembra inibire le vie che promuovono la produzione di collagene e l’attivazione delle cellule stellate epatiche, due processi chiave nella formazione del tessuto fibrotico. Questo è particolarmente importante poiché una fibrosi epatica progressiva può evolvere in cirrosi e insufficienza epatica.
Nel complesso, l’olio EVO si sta affermando come un alleato naturale promettente nella prevenzione e gestione della MASLD. Tuttavia, per confermare questi effetti nell’uomo e stabilire dosi ottimali per massimizzare i benefici terapeutici, sono necessari studi più approfonditi, come questo attualmente in corso presso la FIF.

L’olio extravergine d’oliva ha impatti positivi importanti anche sulla malattia renale cronica (MRC), come ci spiega Gaetano La Manna, Professore Ordinario di Nefrologia Università di Bologna e Direttore UO di Nefrologia Dialisi e Trapianto - IRCCS di Sant’Orsola.

Cos'è la malattia renale cronica (MRC)?

La malattia renale cronica (MRC) è una condizione cronica e progressiva che interessa oltre il 10% della popolazione globale, equivalente a più di 800 milioni di persone, rappresentando una delle principali cause di mortalità e morbilità nel 21º secolo. La MRC si caratterizza per una riduzione persistente del tasso di filtrazione glomerulare (GFR) o per la presenza di albuminuria-perdita urinaria patologica di albumina-condizioni che aumentano il rischio di insufficienza renale terminale, complicanze cardiovascolari e mortalità prematura. 
Negli ultimi decenni, la prevalenza della MRC è aumentata del 33% a livello globale, spinta dall'invecchiamento della popolazione e dall'aumento di fattori di rischio come diabete mellito di tipo 2, ipertensione arteriosa sistemica e obesità patologica. Si prevede che entro il 2040 la MRC diventerà la quinta principale causa di morte prematura al mondo. 
Uno degli aspetti più critici della MRC è il suo stretto legame con le malattie cardiovascolari (CVD), che rappresentano la principale causa di morte in questa popolazione. Nei pazienti con stadi avanzati di MRC, la mortalità cardiovascolare costituisce circa il 40–50% di tutti i decessi. Fattori come infiammazione cronica, stress ossidativo e calcificazioni vascolari contribuiscono significativamente a questo rischio. 
Un approccio integrato alla gestione della MRC include strategie nutrizionali specifiche che possono influire positivamente sulla progressione della malattia e sulla prevenzione delle complicanze cardiovascolari. In questo contesto, l'olio extravergine di oliva (EVO), componente chiave della dieta mediterranea, emerge come un alimento funzionale con proprietà protettive significative.

Possiamo quindi dire che l'olio EVO è "amico de reni"?

L'EVO, componente centrale della dieta mediterranea, è rinomato per i suoi benefici sulla salute. Recenti studi scientifici evidenziano il suo ruolo protettivo nella MRC, grazie alle proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e cardioprotettive attribuibili ai suoi composti fenolici minori (Minor Polar Compounds, MPCs) come oleocantale, idrossitirosolo e tirosolo. La National Kidney Foundation (NKF) sottolinea che l’EVO, ricco di grassi monoinsaturi, rappresenta una scelta eccellente in una dieta amica dei reni grazie alla sua capacità di promuovere la salute cardiovascolare e ridurre l'infiammazione.

Ci spiega nel dettaglio i possibili benefici dell'olio extravergine di oliva nella MRC?

I composti fenolici presenti nell’EVO mostrano potenti effetti antinfiammatori. Studi su pazienti con MRC trattati con EVO ad alto contenuto di MPCs hanno dimostrato una riduzione significativa dei marker infiammatori come il rapporto piastrine/linfociti (PLR) e dei livelli di interleuchina-6. Questi effetti sono cruciali per rallentare la progressione della MRC, poiché l'infiammazione cronica contribuisce al declino della funzione renale. L’EVO è inoltre ricco di antiossidanti come la vitamina E e i polifenoli, che neutralizzano i radicali liberi, riducendo lo stress ossidativo. 
E ancora: la MRC è associata a un alto rischio di malattie cardiovascolari. L’EVO migliora il profilo lipidico, riducendo il colesterolo LDL e aumentando l'HDL, e abbassa lo spessore medio-intimale carotideo (IMT), un marker di aterosclerosi. La NKF raccomanda l’EVO come parte di una dieta bilanciata per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti con MRC. 
Un altro aspetto innovativo riguarda la capacità dell’EVO di modulare il microbiota intestinale. Studi recenti hanno dimostrato che l’EVO può aumentare la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), migliorando la salute intestinale e riducendo l'infiammazione sistemica. Infine, gli effetti antinfiammatori e antiossidanti dell’EVO possono prevenire la fibrosi renale, un processo patologico che porta al deterioramento progressivo del tessuto renale. 
Nonostante i risultati preclinici promettenti, sono necessari ulteriori studi per consolidare le evidenze, come studi epidemiologici e studi clinici randomizzati.


Prof. Claudio Tiribelli
Nato a Mestre nel 1946, si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova e si è specializzato in Gastroenterologia presso l’Università di Trieste. Dal 1989 al 2008 è stato Professore ordinario di Biochimica clinica e dal 2009 al 2016 è stato Professore ordinario di Gastroenterologia. Esperto epatologo, è noto soprattutto per i suoi studi sulla bilirubina e in particolare sul Kernittero, un danno neurologico indotto dalla bilirubina.
È ideatore e tuttora Direttore Scientifico della Fondazione Italiana Fegato – Onlus, con sede presso AREA Science Park di Basovizza, realtà di eccellenza internazionale nella ricerca epatologica traslazionale.
Prof. Gaeatano La Manna
Professore Ordinario di Nefrologia - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, è anche Direttore Unità Operativa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di Rene IRCCS – Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola e Responsabile Scientifico di Nefros Ambiente Aps. Si occup di prevenzione e cura delle malattie renali nel loro legame con l'ambiente.
Dott.ssa Natalia Rosso
Attualmente è la group leader della Unità di Malattie Epatiche Metaboliche (MASLD) della Fondazione Italiana Fegato di Trieste. Ha conseguito la Laurea in Biochimica Clinica presso la Facultad de Ciencias Químicas dell'Universidad Nacional de Córdoba (Argentina) e il Dottorato in Scienze Biomolecolari presso l'Università degli Studi di Trieste. Successivamente, ha completato un Post-Doc in Epatologia Traslazionale presso la Fondazione Italiana Fegato, approfondendo la sua esperienza nel campo della ricerca epatica. 
La sua carriera professionale è focalizzata sulla ricerca traslazionale nel campo delle malattie epatiche associate a disfunzioni metaboliche. Ha una comprovata esperienza nello sviluppo di sistemi in vitro (da monoculture a sistemi di co-coltura complessi), nell'uso di modelli in vivo, e nella loro applicazione agli studi su soggetti umani. Negli ultimi quindi anni, la dott.ssa Rosso ha guidato un team di ricerca multidisciplinare composto da studenti di master e dottorato, post-doc e medici, sviluppando competenze di leadership, formazione, coordinamento e motivazione essenziali per il successo di progetti di ricerca. Ha inoltre partecipato a numerosi progetti collaborativi con partner esterni di ambiti scientifici diversi ma complementari, sottolineando l'importanza del networking per raggiungere obiettivi comuni. 
Inoltre, la dot.sa Rosso è anche fortemente impegnata nella divulgazione scientifica, promuovendo attivamente scelte di vita sane come elemento essenziale per la prevenzione delle malattie metaboliche, in particolare tra i bambini e le famiglie. 

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