Il logo Coop: una storia da vivere insieme

Come è nato il logo Coop? Scopriamolo insieme in un viaggio nostalgico ed emozionante.

Lo sapete che tanti soci Coop ci scrivono per raccontarci che i loro bimbi, pur non sapendo ancora leggere, riconoscono la nostra insegna per strada o sui nostri prodotti a marchio Coop?

Tutto questo succede perché dietro al logo Coop si celano alcuni tra i momenti più belli della nostra vita: i ricordi di quando si corre tra le corsie del negozio, giocando con il carrello, dei succhi Coop sorseggiati sotto un albero d'estate o di quando i genitori preparano un piatto di pasta al pesto Fior fiore Coop, mentre ci si racconta la giornata trascorsa.

E quei ricordi che custodite nel cuore, con i gesti di amore o di protezione, sono spesso ambientati proprio con i prodotti Coop.  Per questo la storia del logo Coop è una storia straordinaria e speciale: è la storia della vostra vita e della vostra famiglia circondata dalla Coop.

Scopriamo insieme come è nato questo logo così amato e qual è la sua storia: vi invitiamo a leggere le nostre parole, a scorrere la gallery con la vostra famiglia e fare insieme una gara nostalgica alla ricerca del logo Coop del cuore!

Come è iniziato tutto

Lo sapevate che il primo logo Coop era molto simile a un timbro? Infatti agli albori delle nostre origini, nel 1948, esisteva un’Associazione Italiana delle Cooperative di Consumo che faceva produrre sapone, caffè, cacao, pasta, marmellata e altri generi di prima necessità per le famiglie. Il marchio Coop si proponeva soprattutto come garante dei prodotti: per questo era visivamente rappresentato da un timbro in cui tante persone si tenevano per mano, circondando il logo. Sui prodotti invece il logo aveva un nostalgico carattere corsivo, proprio secondo gli stili dell’epoca.

Gli anni ‘60 e '70

In questi anni nei negozi si trovavano delle linee di prodotti definite di fantasia”: Val bianca per i latticini, Corral per la carne in scatola, Babette per i biscotti e pasticceria, Sol d’oro per i prodotti agricoli trasformati (come la camomilla o il tè), Danke per i detergenti, Mares per le conserve di pesce, Ely per l’igiene personale e l’ottavo era il marchio coop usato per liquori, panettone e caffè.
Pensate anche voi che questi primi prodotti Coop siano meravigliosi? Il logo Coop era presente dentro a una gabbia grafica a forma di quadrifoglio da tutti conosciuta come "sigillo". Ma a breve sarebbe arrivata una grande rivoluzione.

 

Steiner: acquistare deve essere una festa!

Nei primi anni Sessanta, Albe e Lica Steiner, designer famosissimi che hanno rivoluzionato il senso grafico degli anni '60, furono incaricati da Coop di progettare il marchio e l’immagine del primo grande negozio cooperativo che si sarebbe aperto a Reggio Emilia con il nome di “Coop 1”. I progettisti immaginarono il negozio “come un giornale murale illustrato e parlato” dove “acquistare deve essere una festa! Coop si propone di soddisfare le vostre necessità. Non vuole forzare dei “consumi”. 

Con questi obiettivi Albe Steiner ridisegnò il logo e, per rappresentare al meglio l’idea della cooperazione tra le persone, ridusse al minimo la spaziatura tra le quattro lettere, in modo da eliminare ogni separazione: una vera e propria cooperazione tra caratteri.

1980: il sigillo diventa marchio

Con il passare degli anni variano i colori, il carattere, l’inquadramento grafico, ma non l’idea rappresentata: il valore della cooperazione. Durante gli anni '70 ci fu anche un ulteriore restyling del logo di Steiner: le lettere furono ingrossate nei tratti e furono migliorate le giunzioni della lettera C e della lettera P. Il logo diventava sempre più simile a quello attuale e scomparivano i marchi di fantasia. Sicuramente se chiedete alle vostre famiglie scoprirete tante storie di prodotti Coop!

Bob Noorda: un sistema coordinato di elementi

All’inizio degli anni Ottanta, Coop maturò l’urgenza di ridefinire la propria immagine in modo da unificare i valori e trasmettere le potenzialità del marchio. Per questo incaricò Bob Noorda, grafico olandese che operava in italia dagli anni '60 e che si è imposto come uno dei principali innovatori della grafica del XX secoloper lo studio del redesign dell’immagine coordinata. Era necessario aggiornare il lavoro di Steiner, mantenendo però inalterati gli elementi chiave.

Il logo fu ridimensionato, aumentato nel corpo, i caratteri resi più attuali pur mantenendo la struttura a quattro cerchi. Anche il colore negli anni aveva subito variazioni, passando dal giallo al blu. Ora si tornava al colore originale: il rosso Coop identificato dal Pantone 185. Con Bob Noorda anche i negozi cambiarono con spazi e corsie più ampie rispetto ai supermercati tradizionali e informazioni chiare e precise per il cliente.

In questo periodo nascevano le grandi insegne esterne: una fascia colorata, caratterizzata da tonalità di verde digradante verso il giallo, colori simbolo della natura e indice di freschezza e genuinità dei prodotti offerti. Fu rivisto anche il packaging dei prodotti a marchio a metà degli anni '80, grazie a uno studio molto accurato. E al centro dell’insegna, il logotipo Coop in rosso. Il lavoro del packaging è stato davvero sfidante: Bob Noorda analizzò tutti i prodotti a marchio Coop e li divise in categorie merceologiche. A seguire si lavorò per ridurre le tipologie di imballaggio, definendo forme semplici di base e un sistema di colori identificativo per ogni categoria. 

Sui prodotti si passa dal quadrifoglio al logo Coop bianco su fondo rosso. 

Le novità del 2000

Con l'arrivo del nuovo secolo il logo Coop avviò un altro restyling affidato all’agenzia Advance che inserì il logo in una figura rossa a forma d’occhio. Contemporaneamente anche il packaging si rinnovava e diventava più accattivante per i soci e i consumatori.

Da questo momento in poi ricorderete le evoluzione del logo sui prodotti Coop e nella vostra vita. avete voglia di raccontarcele? Fatelo sui nostri social, siamo proprio curiosi!


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