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L'etica nel DNA: «Applichiamo i nostri principi nel fare quotidiano»

Continua il viaggio per conoscere i componenti della Commissione etica di Coop Alleanza 3.0

Dopo l'intervista a Giorgio Riccioni, attuale responsabile etico di Coop Alleanza 3.0, proseguiamo il viaggio per conoscere i componenti della Commissione etica di Coop Alleanza 3.0 con Ombretta Ghiraldi, che ne è la Presidente: una vita intera, la sua, nella cooperazione.

Nei primi anni '60, quando nel Ferrarese la gestione delle cooperative di consumo veniva affidata dai soci a una famiglia del paese, fu scelta proprio la sua. Lei aveva appena 14 anni. Successivamente, con il cambio di modello di gestione, fu assunta come aiuto commessa, per poi continuare a crescere professionalmente. Negli anni '70 diventò rappresentante sindacale, per tornare quindi in Coop, essere poi eletta consigliere provinciale del Pci e rientrare definitivamente in Coop fino alla pensione, quando si candidò a presidente di Zona soci.

Ombretta entrò così nel Cda di Coop Estense e, dopo la fusione, in quello di Coop Alleanza 3.0.

«Prima del terzo mandato – racconta – ho avviato anche questa nuova esperienza, iniziando un lavoro di valorizzazione e divulgazione dei compiti della Commissione».

Una nuova esperienza ancora: come ha deciso di interpretarla?

Ho pensato che la Commissione etica avesse bisogno di essere valorizzata, riconosciuta come organismo che avesse veramente la possibilità di influire sulle azioni della Cooperativa. Siamo un bel gruppo, tutti di nuova nomina, a maggioranza femminile.
Dopo un periodo di studio e conoscenza reciproca, nel marzo del 2023 abbiamo presentato al Consiglio di amministrazione il nostro piano di lavoro, che partiva da un’attività di ripresa della divulgazione del Codice etico all’interno della Cooperativa. Abbiamo fatto formazione a tappeto, coinvolgendo tutti, dal Cda ai lavoratori: oltre 12 mila persone. Particolarmente interessanti gli incontri con i direttori di punto vendita, con i quali abbiamo analizzato come tradurre i principi etici nel negozio, nelle azioni quotidiane, nei comportamenti con i colleghi e con i soci. Ora l’impegno è trasformare in progettualità le richieste dei punti vendita. Andremo avanti fino a scadenza del mandato, nel 2025, sulla strada della valorizzazione del ruolo della Commissione.

Qual è il valore etico a cui tiene di più?

Come cooperativa siamo diversi rispetto alle altre imprese. Non abbiamo il profitto come fine, dobbiamo produrre utile per lo sviluppo della Cooperativa stessa, delle persone che ci lavorano e dei soci, e redistribuirlo alla società, in termini di azioni di alto contenuto valoriale. Le altre aziende hanno la carta fedeltà, noi abbiamo la Carta socio, che è un titolo di proprietà e dà dei diritti diversi ai soci.
I nostri lavoratori, che sono quasi tutti anche soci consumatori, lavorano in un'azienda che rispetta i loro diritti, applica un contratto nazionale cooperativo specifico e un contratto integrativo aziendale che ha una grande attenzione al welfare e ai temi di genere.
Una cosa normale, ma nella realtà di questo settore non è dovunque così. Nei principi cooperativi il rispetto e la crescita delle lavoratrici e dei lavoratori è un principio fondamentale. Già i pionieri di Rochdale (la comunità inglese che a metà dell’800 fondò la prima forma di cooperativa, ndr) organizzavano i lavoratori con orari “umani” e prevedevano anche per le socie diritto di proprietà e di voto alle assemblee, quando la legislazione inglese ancora non lo prevedeva. Tuttora ciò che facciamo per i lavoratori ha ricadute anche sul territorio, per esempio con il nostro welfare aziendale.

C’è un messaggio in particolare che vuole lanciare?

La Commissione etica ha il compito di richiamare l’attenzione della Cooperativa sulla coerenza con i valori etici, anche sanzionando comportamenti non coerenti. Per esempio esaminando le segnalazioni dei negozi rispetto a furti o mancati pagamenti da parte dei soci. Per tutelare il patrimonio della Cooperativa, interveniamo con lettere di richiamo per furti leggeri, mentre per chi commette furti importanti si richiede al Consiglio di amministrazione l’esclusione. Per me è un passaggio difficile, perché espellere un socio è sempre una cosa triste, però questi comportamenti arrecano danni pesanti.
Vorrei che passasse il messaggio che è dovere dei soci essere attenti alla conservazione del patrimonio della Cooperativa. Gli ammanchi sono considerevoli. Se quei soldi restassero nelle casse della Cooperativa, potremmo anche abbassare ulteriormente i prezzi, a vantaggio dei soci stessi. Questo per me è un messaggio molto importante, che corrisponde a un principio etico.


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