Il progetto
"E fu sera e fu mattina": scegliendo per titolo le parole che nella Genesi marcano il succedersi dei giorni della Creazione, la XXXV edizione di Ravenna Festival riflette sugli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, adottando nuove pratiche ecosostenibili per lo spettacolo dal vivo, ma anche sul valore della creatività come risorsa per comunità inclusive e multiculturali.
Con oltre 100 alzate di sipario e più di mille artisti coinvolti, il festival, oltre alle esibizioni musicali di artisti di fama internazionale come Riccardo Muti, Simon Rattle e Sergio Bernal, offre una piattaforma per la creatività emergente e per progetti inclusivi. Dalla celebrazione della musica afroamericana con "Nina" di Fanny & Alexander alla riflessione sul riscaldamento globale con "Lo Sciamano di ghiaccio", ogni spettacolo è un'opportunità per promuovere il dialogo e l'empatia.
Le suggestive basiliche di Ravenna si trasformano in scenari unici per concerti e performance, offrendo al pubblico un'esperienza culturale immersiva. Dal maestoso suono dell'Accademia Bizantina nella Basilica di Sant'Apollinare al balletto contemporaneo del Ballet de l'Opéra de Lyon, ogni spettacolo è un viaggio realizzato attraverso la storia e la bellezza dell'arte.
Un programma come sempre ricchissimo di appuntamenti di grande livello, tra i quali segnaliamo quello sostenuto da Coop Alleanza 3.0, ovvero il concerto "La Lunga notte del Balfolk" che celebra la ricchezza e la diversità delle tradizioni musicali popolari europee. Un'occasione per viaggiare attraverso i suoni e le danze del continente, dall'est all'ovest, in programma il 6 luglio alle 21.30 al Palazzo San Giacomo di Russi.
Alla terra del Festival, la Romagna colpita nel 2023 dalla disastrosa alluvione, è stata dedicata “Romagna in fiore”, rassegna solidale e green che ha portato concerti gratuiti in molti dei territori danneggiati, tra i quali La Torraccia, della cooperativa C.A.B. TER.RA. – che ha sacrificato un’ampia porzione dei propri terreni da coltura per far defluire le acque che minacciavano la città di Ravenna.
Per info: www.ravennafestival.org
Le passate edizioni
Il centenario della nascita dello scrittore Italo Calvino e Le città invisibili devono aver offerto alla XXXIV edizione di Ravenna Festival - cui è stata dedicata questa edizione - il pretesto per riflettere sulla duplice natura dell’organismo “città”: emblema della comunità umana e immagine della sua crisi, dove l’individuo sbiadisce nella massa e il progresso raggiunge il suo apice consumistico e globalizzante. Sempre in bilico fra distopia e utopia, la città è l’unità di misura della nostra civiltà. Per un Festival che da sempre trova nella composita identità della città e del territorio il punto di partenza e la destinazione dei propri itinerari, la riflessione sulla dimensione invisibile della città è stata inevitabile.
Dal 1° giugno al 21 luglio, le parole con cui Pasolini descrisse il folgorante incontro con le Sonate per violino di Bach hanno disegnato un fil rouge non solo musicale che ha coinvolto artisti come Giuseppe Gibboni, Accademia Bizantina, Elio Germano.
È stata una dedica d’amore quella della XXXII edizione di Ravenna Festival, che ha tratto ispirazione dal VII centenario della morte di Dante: per due mesi, dal 2 giugno al 31 luglio, e con la programmazione autunnale, “Dedicato a Dante”, ha proposto oltre 120 spettacoli, pianeti e satelliti che hanno ruotato attorno al sole centrale del Poeta e del suo capolavoro ma hanno seguito anche altre e più eccentriche orbite.
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